Uno sguardo al futuro della mobilità
Ruedi Blumer, presidente ATA Svizzera
La spada di Damocle del riscaldamento globale: è indispensabile agire, soprattutto sul fronte della mobilità
Il crescente riscaldamento climatico impone di intervenire con urgenza. L’Accordo di Parigi sul clima fissa un obiettivo minimo. Entro il 2050, il riscaldamento medio globale dovrà essere limitato all’1,5 percento rispetto all’era preindustriale. A tal fine è necessario anche in Svizzera un azzeramento netto delle emissioni di gas a effetto serra – senza compensazioni all’estero.
Attualmente, il 40 percento delle emissioni di CO2 in Svizzera è riconducibile al traffico stradale e aereo. È dunque chiara l’importanza di agire a questo livello per risolvere il problema.
Il termine «Mobilità 4.0» si riferisce spesso a concetti quali guida autonoma, servizi logistici integrati, sistemi integrati del traffico viaggiatori o droni da trasporto. Da un canto questo dimostra la vastità dell’argomento e il grado di espansione della digitalizzazione nella vita privata e lavorativa. Tuttavia, spesso si tratta di una visione molto tecnica, una visione troppo tecnofila. È importante e necessario valutare in modo critico anche le nostre abitudini, le nostre aspirazioni, la nostra mentalità consumistica, la nostra impronta ecologica negativa.
L’Associazione traffico e ambiente ATA festeggia quest’anno quarant’anni d’attività. Quarant’anni al servizio dell’Uomo e dell’ambiente!
Questo obiettivo resta invariato. Alla luce del riscaldamento climatico e di tutte le conseguenze negative che comporta, l’ATA è consapevole che urge modificare drasticamente i nostri comportamenti, soprattutto a livello della mobilità. Ciò avviene innanzitutto evitando il traffico, poi trasferendolo e, in terzo luogo, migliorando il tipo di mobilità.
Alla domanda del SEV su quale sia la forma ideale di mobilità nel 2040 dal punto di vista della nostra organizzazione, come presidente dell’ATA mi sento di fornire le seguenti risposte:
- In Svizzera non ci saranno più voli nazionali.
- Gli undici aeroporti regionali saranno stati chiusi e le piste d’atterraggio rinaturalizzate.
- In tutto il mondo il numero di voli sarà dimezzato. La signora e il signor Rossi avranno ridotto del 75% gli spostamenti in aereo (oggi volano il doppio dei nostri vicini tedeschi, francesi, italiani o austriaci e oltre dieci volte più della media mondiale).
- Le compagnie aeree low cost come EasyJet non esisteranno più.
Rispetto ad oggi, il prezzo dei biglietti aerei sarà più che raddoppiato. In tutto il mondo sul cherosene saranno applicati tasse e dazi considerevoli, in parte riversati alla popolazione e in parte disponibili per la costruzione e la manutenzione di infrastrutture di trasporto senza combustibili fossili, come percorsi pedonali e ciclopiste o servizi di tram e treno. - Tre quarti delle famiglie residenti nelle città e negli agglomerati urbani non possiederà alcun veicolo privato.
- Vivere senz’auto sarà la tendenza più alla moda.
- In Europa circoleranno più tram, treni e anche treni notturni.
- L’obiettivo di trasferimento delle merci attraverso il San Gottardo sarà ampiamente raggiunto e in tutto il Paese sarà avvenuto un significativo trasferimento di merci dalla strada alla ferrovia.
- Oltre la metà dei veicoli commerciali sarà alimentata da motori elettrici a idrogeno.
- Le distanze tra casa, lavoro, acquisti, tempo libero e vacanze saranno notevolmente ridotte.
- Di norma, le persone sceglieranno il mezzo di trasporto in funzione della compatibilità ambientale. Di conseguenza, l’auto (in condivisione) verrà utilizzata soltanto per il trasporto di più persone o di molto materiale.
- Le vetture saranno alimentate da batterie caricate con energia non prodotta con combustibili fossili.
- La ripartizione modale delle vie di trasporto sarà così cambiata che il 40 percento degli spostamenti nelle città e negli agglomerati urbani avverrà in bicicletta o in bici elettrica.
- I centri saranno senz’auto e all’interno delle località si circolerà a 30 km/h.
- L’energia e quindi i trasporti saranno molto più costosi di oggi. Ciò avrà contribuito a ridurre il volume del traffico di persone e di merci. Attraverso tasse d’incentivazione con meccanismi di restituzione alla popolazione si premierà il consumo parsimonioso di mobilità.
Queste sono le mie quindici risposte alla domanda sulla struttura ideale della mobilità nel 2040. Dobbiamo imparare a rinunciare, dobbiamo superare le abitudini dannose per l’ambiente. Solo così riusciremo ad evitare una catastrofe climatica. Ne va del futuro, delle basi vitali dei nostri giovani. Ciò che ancora oggi in molte orecchie suona come un ideale utopistico, tra vent’anni sarà essenziale per la sopravvivenza, addirittura determinante per fare la differenza tra la vita e la morte – per l’essere umano, gli animali e l’ambiente!
Le vacanze sono necessarie e importanti per la salute, l’equilibrio e il benessere. Un volo in un Paese lontano no. In Svizzera o in un Paese limitrofo le vacanze sono generalmente più riposanti. Perciò: buone vacanze senza ingorghi!
Bea Heim, IGöV
Mobilità 2040 e cosa ci può insegnare l’iPhone
Come sarà organizzata la nostra mobilità nel 2040? Non lo so. Quello che so, però, è che nel 2040 i trasporti saranno rispettosi dell’individuo, sostenibili e clima neutrali. O non ci saranno più. Perché non potremo permetterci nient’altro. Sotto ogni prospettiva: economica ed ecologica. Sembra apocalittico. Ma è l’opposto. Chiunque voglia guardare avanti dovrebbe ricordare con quanta rapidità sono cambiate le cose in passato.
Per quanto poco io ne sappia sulla mobilità del 2040, so invece molto bene come telefonavamo 21 anni fa: non con l’iPhone. Perché il primo modello è giunto sul mercato solo 17 anni fa. E ha modificato radicalmente il mondo. Nel 2000, un chilowattora di energia solare prodotta in Svizzera costava circa un franco, oggi costa mediamente 15 centesimi, tendenza al ribasso. Sono soltanto due esempi fra innumerevoli altri che mostrano quanto rapidamente le tecnologie possano evolvere ed affermarsi quando i tempi (e i requisiti) sono maturi.
Nella mobilità abbiamo attualmente due problemi essenziali: le aree di traffico sono troppo estese e la percentuale di mezzi di trasporto dannosi per il clima decisamente troppo elevata. Ciò è dovuto principalmente al trasporto privato motorizzato: per 23 ore al giorno le automobili sono ferme in parcheggi e autorimesse. La ricerca di un posto auto in città rappresenta un terzo del traffico. È un furto di ore di lavoro e di vita. E il 30 percento delle emissioni nazionali di CO2 è causato dal traffico stradale. Il trasporto privato motorizzato è inefficiente, pericoloso e dannoso per l’ambiente. Un concetto non di ieri, ma dell’altro ieri.
Molte persone intelligenti in tutto il mondo stanno riflettendo su come cambiare le cose. E quello che progettano e pensano può sembrare pura fantascienza, proprio come nel 1999 l’idea di poter organizzare la propria vita con un semplice telefonino, compresi i pagamenti e il controllo a distanza del riscaldamento di casa. Ma cosa accadrebbe se il mezzo di trasporto motorizzato individuale venisse utilizzato solo quando ha davvero senso? Solo se così svolge il suo lavoro nel modo più efficiente possibile? Se funziona in modo clima neutrale con energia rinnovabile? Se l’«automobile» fosse davvero all’altezza del suo nome e fosse davvero a «trazione autonoma» e nel 2040 questo tipo di mobilità fosse meglio suddiviso e fosse parte integrante del servizio pubblico?
Chissà, forse nelle nostre città circoleranno presto veicoli robotizzati che potranno essere ordinati in pochi minuti con una semplice app… Un’offerta pubblica invece di un veicolo proprio che resta inutilizzato per la maggior parte del tempo? Chissà, forse tra vent’anni sfrecceremo tra le città a bordo di piccoli treni capsula alla velocità del suono… In Vallese le FFS stanno già costruendo una tratta prototipo di «Hyperloop», mentre negli Stati Uniti l’imprenditore di Tesla, Elton Musk, sta già progettando qualcosa di simile in dimensioni maggiori e con molti più soldi.
Musica del futuro, ovviamente. Per ora. E forse molte cose saranno alquanto diverse. Ma non dimentichiamo l’esempio dello smartphone e dei suoi effetti – tanto meno il crollo di prezzi e la diffusione dell’energia solare.
Come sarà organizzata la nostra mobilità nel 2040? Non lo so. Ciò di cui sono convinta, però, è che nel 2040 la mobilità sarà più verde di oggi, i trasporti nel loro insieme saranno più rispettosi dell’ambiente, più efficienti dal punto di vista energetico, più automatizzati, i servizi multimodali saranno meglio integrati, il sistema tariffario sarà standardizzato, i treni a lunga percorrenza saranno più veloci ed efficienti. La rete ferroviaria svizzera è oggi fra le più fitte al mondo. Le nostre ferrovie sono il mezzo di trasporto pubblico più efficiente, più affidabile e quindi più importante. Già oggi sono economicamente ed ecologicamente avanzate. Il personale ferroviario ha dato un contributo molto importante a questo successo. Nel 2040, ne sono certa, oltre a tutte le conquiste tecniche che già si stanno delineando e a quelle che per ora solo le ricercatrici e i ricercatori conoscono, occorrerà un servizio pubblico forte e la consapevolezza che una mobilità progettata con intelligenza è centrale per una società, tanto quanto l’approvvigionamento di acqua o energia elettrica. Questo richiede persone. Persone con una retribuzione dignitosa e condizioni di lavoro giuste. Ecco perché il SEV sarà ancora necessario nel 2040, a prescindere dallo sviluppo tecnico della mobilità.
Bea Heim, consigliera nazionale
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Peter Goetschi, presidente centrale del TCS
Siamo nel 2040. Veicoli di superficie e «aerei» automatizzati che si muovono disaggregati sotto il suolo, a livello del suolo e al di sopra contraddistinguono il paesaggio della mobilità. Un giovane riflette tra sé e sé.
Mi piace molto parlare con i miei nonni, nati negli anni Settanta, e chiedere della loro gioventù. Le storie che mi raccontano sono davvero avvincenti!
All’epoca c’erano due campi: gli automobilisti e gli utenti dei trasporti pubblici, ovvero chi viaggiava con il proprio veicolo e chi si spostava insieme a molte altre persone a bordo di autobus o in treno, secondo orari precisi; i cosiddetti trasporti pubblici.
Questi due campi si sarebbero poi gradualmente mescolati: non si viaggiava più esclusivamente con l’uno o l’altro mezzo, ma di tanto in tanto si cambiava. Talvolta l’automobilista prendeva anche il treno, e di quando in quando gli utenti dei TP noleggiavano o prendevano in prestito un’autovettura.
Poi c’è stata la grande rivoluzione: digitalizzazione, mobilità 4.0 e altri slogan e tendenze si erano diffusi e avevano capovolto le visioni dei due campi! Strada o ferrovia, individuale o collettivo, pubblico o privato, con quattro, due o perfino senza ruote? Di proprietà o condiviso? Improvvisamente non interessava più a nessuno. La «società multiopzione» aveva travolto anche la mobilità. All’improvviso tutti potevano scegliere se continuare a viaggiare con la propria vettura, bicicletta o motocicletta, oppure avvalersi dei molteplici servizi di mobilità.
I confini tra trasporto pubblico e privato erano sempre più sfumati e alla fine sono scomparsi del tutto. Ciò che è rimasto era la mobilità globale combinata come la conosciamo oggi.
Ovviamente quest’evoluzione ha avuto qualche suo bell’attrito e riserva. La digitalizzazione intimoriva: i miei nonni non volevano, come dicono loro, «essere in balia di una macchina»; non ritenevano nemmeno che una macchina fosse in grado di guidare autonomamente! E non volevano che qualcuno sapesse dove andavano o come ci andavano. A quei tempi la protezione e la sicurezza dei dati era fonte di accesi dibattiti e grossi punti interrogativi.
E anche per il TCS, che all’epoca esisteva già da oltre un secolo, erano tempi emozionanti, anche se non facili. Improvvisamente, non occorreva più soltanto un eccellente servizio di soccorso stradale; bisognava accompagnare i soci lungo tutta la loro mobilità.
Trovo questi racconti e le discussioni con i miei nonni estremamente interessanti. Non potevano ancora immaginare una mobilità automatizzata e completamente multimodale. Io, invece, fatico a capire come i miei nonni potessero affannarsi tanto per la propria auto, organizzare la manutenzione, cambiare le gomme al momento giusto e starsene bloccati negli ingorghi. Talvolta stavano svegli anche fino a tarda notte per andare a prendere i figli a una festa o fare i tassisti per altri motivi. Io tutto questo proprio non riesco a immaginarlo!
Apprezzo il fatto di poter beneficiare, grazie alla digitalizzazione, di una mobilità a misura delle mie esigenze. Voglio arrivare da A a B in auto, treno, aereo, autobus, bicicletta o scooter, come già facevano i miei nonni. Ma anche con mezzi di trasporto che ai loro tempi erano ancora agli albori, come i droni. Io posso e voglio combinare liberamente tutto questo, secondo l’umore e il portafoglio, ma anche secondo il traffico e il tempo a disposizione. Se è previsto molto traffico o in caso di perturbazione, in quattro e quattr’otto posso adattare il percorso o cambiare perfino mezzo di trasporto per giungere puntualmente a destinazione. Così, ogni sistema di trasporto viene utilizzato in modo ideale e sfruttato appieno. Oggi gli ingorghi e i tempi d’attesa non sono quasi più un problema. Lo apprezzo moto, così come il fatto di guidare di quando in quando l’automobile; una passione probabilmente ereditata dal nonno!
Due cose, però, non sono cambiate: come ai tempi dei miei nonni, oggi la mobilità ha ancora il sapore della scoperta, dell’esperienza e della bella vita in vacanza, del tempo libero assaporato appieno ed è anche mobilità funzionale quotidiana per recarsi al lavoro o rientrare a casa. D’altra parte, oggi come ieri è importante per me avere ancora a fianco il TCS come fedele compagno. Nemmeno la mobilità automatizzata e combinata del 2040 è immune da guasti!
E anche se fondamentalmente penso che la mobilità del 2040 sia fantastica, sono certo che continuerà a evolvere, soprattutto sul fronte dell’efficienza e della flessibilità. Ma cosa vivranno esattamente i miei, di nipoti, proprio non riesco a immaginarlo!
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Nicole Woog, Pro Infirmis
Notre vision «Mobilité 2014» prévoit que les besoins de mobilité de toutes les personnes soient pris en compte et que les transports publics comme l’espace public soient accessibles pour tous sans obstacles. C’est pourquoi en 2040 une offre de mobilité accessible, sans obstacles et couvrant tout le pays doit être à disposition de tous les groupes de population. Les personnes, qu’elles aient ou non des handicaps, qu’il s’agisse de travailleurs, de consommateurs d’offres de loisirs ou culturelles ou de simples citoyens, ont besoin d’une mobilité sans restriction.
Pour réaliser la vision « Mobilité 2040» pour tous les groupes de la population, il faut prévoir des processus de planification adéquats et préparer à temps des plans de mesures. A fin 2023, le délai légal de mise en œuvre de la loi qui a été lancée il y a 20 ans pour éliminer les inégalités frappant les personnes handicapées (LHand, 2004) sera échu. Entretemps, beaucoup de choses ont été réalisées mais on est encore loin du compte. Des évaluations montrent de grandes différences entre les divers moyens de transport comme entre les régions et cantons. Là où on a tardé à s’y mettre, il faut maintenant engager des moyens considérables.
Introduzione e spiegazione
Nella nostra visione «Mobilità 2040», si tiene conto delle esigenze di mobilità di tutte le persone e i trasporti pubblici e gli spazi pubblici sono accessibili a tutti. La mobilità è un requisito essenziale per lo sviluppo dell’individuo e la qualità della vita. Tutte le persone, con o senza disabilità, dipendono da una mobilità senza barriere in quanto lavoratori, fruitori di attività ricreative e culturali o semplici cittadini.
L’accessibilità dovrebbe essere lo standard
Una mobilità senza barriere è più confortevole e sicura per l’intera popolazione e garantisce trasporti efficienti. Spesso si sottovaluta la quantità di utenti che traggono benefici da servizi di trasporto accessibili: anziani, persone con compiti di approvvigionamento (come il trasporto di acquisti), persone con difficoltà temporanee di mobilità (dopo un incidente), persone con responsabilità di assistenza (con bambini piccoli, carrozzine ecc.) e persone con disabilità. Grazie a una mobilità senza barriere, il raggio d’azione si amplia e la vita quotidiana diviene molto più semplice.
Entro il 2040 tutte le fasce della popolazione dovranno disporre di una gamma di servizi di mobilità capillare e accessibile, dunque senza barriere: strade, sentieri, fermate degli autobus, ormeggi, stazioni ferroviarie e aeroporti senza barriere architettoniche e altrettanti veicoli accessibili (automezzi, veicoli su rotaia, imbarcazioni, aerei ecc.).
Visione «Mobilità 2040»
La visione «Mobilità 2040» include l’approntamento degli equipaggiamenti, delle tecnologie e dei sistemi necessari e corretti per consentire all’individuo di utilizzare il suo ambiente in maniera semplice e adeguata. Nel 2040, tecnologie innovative e nuove forme di mobilità dovranno migliorare la qualità della vita di ogni cittadina e cittadino e della società nel suo insieme, anche grazie a veicoli automatizzati e intelligenti che tengono conto di esigenze specifiche. Nuovi sistemi di trasporto accessibili, densamente integrati, con cambi semplici, distanze brevi tra i vari mezzi di trasporto e sistemi d’informazione digitali ben collegati in rete, consentono a tutti i gruppi di popolazione di migliorare la propria mobilità.
Informazioni e dati digitali
Le informazioni e i dati digitali sono un elemento fondamentale di «Mobilità 2040». Consentono agli utenti di accedere e utilizzare molti servizi in modo semplice e autonomo. Nel 2040, i sistemi d’informazione per l’accessibilità dovranno essere collegati in rete, affidabili e aggiornati e coprire l’intero territorio nazionale. Le informazioni dovranno essere in rete con i sistemi informativi esteri e consentire un trasporto transfrontaliero senza barriere verso i cinque Paesi di confine e oltre.
Misure di attuazione richieste in tutta la Svizzera
Per realizzare la visione «Mobilità 2040» per tutti i gruppi di popolazione, sarà necessario prevedere processi di pianificazione adeguati e allestire tempestivamente piani d’azione. Alla fine del 2023 scadrà il termine legale di vent’anni per adeguare i trasporti pubblici alle esigenze delle persone con disabilità e degli anziani giusta l’LDis del 2004. Frattanto sono stati apportati molti aggiustamenti, ma di gran lunga non tutti quelli necessari. Dalle analisi emergono notevoli differenze tra i diversi mezzi di trasporto, tra le regioni e tra i Cantoni. Laddove non ci si è mossi rapidamente sono ora necessarie onerose misure correttive.
La pianificazione precoce è importante
«Mobilità 2040» offre molte opportunità, ma cela naturalmente anche dei rischi. Per ridurli al minimo, il know-how specialistico deve confluire fin dall’inizio nei processi di pianificazione. L’analisi delle esigenze di mobilità specifiche per i singoli gruppi di utenti va pianificata già nella fase precoce. I gruppi di utenti sono molto eterogenei e comprendono persone con disabilità motorie, visive, uditive, psicologiche o cognitive, anziani, donne, giovani, bambini, bambini piccoli, persone provenienti da un contesto di migrazione e persone con disabilità temporanee. L’elaborazione di misure mirate in grado di soddisfare i requisiti posti dai diversi gruppi di utenti è fondamentale nel processo di pianificazione. L’obiettivo è di tenere conto, per quanto possibile, di tutte le esigenze e di ridurre al minimo i conflitti di requisiti in competizione tra loro. Nella maggior parte dei casi le barriere edilizie non sono state erette intenzionalmente, ma sono il risultato di competenze lacunose e di una pianificazione inadeguata.
Nuovo sistema di informazioni sull’accessibilità
Con il suo servizio di dati digitali sull’accessibilità, Pro Infirmis sta mettendo a punto un sistema d’informazione per un accesso senza barriere. Nel quadro di progetti nazionali, regionali, cantonali e comunali vengono raccolti dati affidabili sull’accessibilità di edifici e spazi aperti al pubblico. Questi vengono poi pubblicati su portali fruibili al grande pubblico come search.ch. Nuovi partner si aggiungono regolarmente. I dati raccolti devono essere accessibili il più liberamente possibile e quindi utilizzabili in modo globale. Questi dovranno essere collegati in rete con altri sistemi d’informazione rilevanti e il loro utilizzo dovrà essere comodo e semplice.
Il servizio di coordinamento «Svizzera senza ostacoli» appoggia il settore del turismo fornendo sistematicamente informazioni sull’accessibilità di servizi turistici e trasporti. Il servizio è appoggiato dall’omonima associazione di sostegno, composta da importanti attori del settore dei trasporti, del turismo e delle organizzazioni per disabili in Svizzera. Pro Infirmis è uno dei soci fondatori. «Svizzera senza ostacoli» contribuisce a migliorare la messa in rete di tutti i progetti e di tutte le informazioni sul turismo senza barriere del futuro.
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VöV
«I trasporti pubblici in Svizzera sono unici per la loro qualità. A ciò contribuiscono in larga misura collaboratrici e collaboratori del settore TP molto motivati, che si identificano con il trasporto pubblico. L’UTP lo apprezza molto. Per le imprese di trasporti pubblici, un buon partenariato sociale è dunque estremamente importante. In futuro questo non cambierà. Cambieranno però le sfide. Il settore dei trasporti pubblici è persuaso che, insieme ai dipendenti, queste potranno però essere affrontate con successo.
L’UTP si congratula con il SEV per il suo centesimo anniversario e si rallegra di proseguire questa proficua collaborazione ben oltre il 2040.
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